FAQ

Decidere di intraprendere un percorso terapeutico è sempre una scelta coraggiosa. Sono tante le ragioni per le quali potrebbe essere necessario rivolgersi a un professionista e ciò può essere davvero utile, se non risolutivo, per superare un momento di grande difficoltà personale. La cosa più importante è, prima di tutto, accettare di averne bisogno, senza per questo vergognarsi o temere il giudizio altrui.

Un supporto terapeutico può essere certamente di aiuto quando:

• sono presenti sintomi che invalidano la propria quotidianità: ansia, attacchi di panico, fobie, depressioni, insonnia, disturbi psicosomatici;

• si sono vissuti uno o più eventi traumatici che risultano ancora disturbanti: lutto, incidenti, separazioni, maltrattamenti, abusi;

• si ha il desiderio di migliorare se stessi attraverso una crescita personale: implementare la resilienza e la consapevolezza, gestire le emozioni, potenziare le competenze relazionali ed interpersonali.

Il costo delle sedute è definito in base al tipo di richiesta e di intervento (psicoterapia, EMDR, sostegno psicologico, ecc.) e al progetto terapeutico. Le spese psicologiche, come tutte le spese mediche e sanitarie, sono detraibili. Ai fini Irpef la detrazione del 19% spetta a condizione che il pagamento sia effettuato con bonifico bancario o postale, o con altri sistemi di pagamento previsti dal decreto legislativo n. 241/1997 (carte di credito, bancomat, assegno, pos). Ai pagamenti in contanti, invece, non si applica la detrazione fiscale.

Purtroppo la durata dell’intervento non è definibile a priori. Tutto dipende dalla richiesta iniziale del paziente, dalla propria risposta alla terapia stessa e dalle svariate esigenze che potrebbero emergere anche durante il percorso. Ogni seduta dura circa 45 minuti; la frequenza degli incontri si stabilisce in sede di terapia, sulla base delle necessità del paziente, degli obiettivi terapeutici e delle possibilità economiche.

Iniziare un percorso di psicoterapia non è vincolante in alcun modo. Il paziente, in qualsiasi momento, può infatti decidere di interrompere il trattamento in totale libertà. Ciononostante, può essere utile darsi il tempo di effettuare una seduta di chiusura, per discutere le motivazioni che hanno portato la persona a tale scelta e per offrirle una restituzione rispetto al lavoro svolto.

L'azione dello psicoterapeuta può essere d'aiuto in svariati contesti quotidiani: fasi del ciclo di vita (infanzia, adolescenza, gravidanza, terza età); educazione e crescita (sostegno alla genitorialità, orientamento, processi di formazione); salute (stili di vita, alimentazione, sicurezza); eventi di vita traumatici (lutti, malattie, separazioni, perdite).

Seppure in alcuni casi specifici e particolari si renda necessaria l'azione combinata di psicoterapia e farmacoterapia, diversi studi di neuroscienze hanno dimostrato che la psicoterapia è in grado di modificare le connessioni neuronali attraverso l'uso della parola e della relazione con lo psicoterapeuta, ottenendo risultati analoghi, ma stabili nel tempo, alle modificazioni che vengono indotte a livello di corteccia cerebrale dalla somministrazione degli psicofarmaci.

La scienza ha quindi effettivamente dimostrato la validità della psicoterapia e dei suoi svariati approcci terapeutici. Ciò che differenzia un approccio dall’altro, riguarda gli elementi intrapsichici ed interpersonali che analizza, al fine di attuare il cambiamento necessario a raggiungere il proprio benessere, mentre ciò che li accomuna è la relazione, l’elemento cardine e più importante su cui si struttura l’intero processo terapeutico. Per cui ogni approccio è “valido” e “giusto” per affrontare le diverse difficoltà psicologiche, purché ci si senta comodi in quella specifica relazione. Un tipo di psicoterapia, infatti, può risultare maggiormente risolutiva su una specifica difficoltà, non perché più valida scientificamente, bensì perché più aderente al funzionamento del paziente e all’obiettivo terapeutico che vuole raggiungere.

Lo psicologo possiede una laurea in Psicologia ed è abilitato all’esercizio della sua professione in seguito al superamento dell’Esame di Stato e all’iscrizione ad un albo professionale. Lo psicologo ha come obiettivo quello di analizzare il malessere/disagio, indagare sulla natura della problematica e individuare il tipo di intervento più idoneo a risolverla. Si occupa quindi di promuovere il benessere dell’individuo, stimolando la capacità di comprendere se stesso (emozioni, pensieri, comportamenti ecc.), sviluppando le potenzialità individuali e migliorando il modo di relazionarsi con il mondo esterno.

Lo psicoterapeuta, dopo aver conseguito una laurea in Psicologia o in Medicina, ha frequentato una Scuola di Specializzazione in Psicoterapia. Si occupa di risolvere situazioni di sofferenza psicologica significativa o in cui sia presente una sintomatologia clinica. Tra i disturbi psicologici trattati rientrano gli attacchi di panico, le fobie, i traumi dovuti ad eventi dolorosi (lutti, violenze, abusi ecc.), la bipolarità, i disturbi dell’alimentazione, la difficoltà relazionale, le dipendenze, i disturbi psicosomatici, i disturbi del sonno, la depressione, il disturbo da deficit di attenzione e l’ansia. Interviene laddove il grado di sofferenza di una persona ostacola la sua capacità di esprimere il potenziale personale, lavorativo e relazionale. L’attività dello psicoterapeuta consiste nella diagnosi e nella cura di disturbi psicopatologici, siano essi di natura mentale, emotiva o comportamentale.

Lo psichiatra possiede una laurea in Medicina ed una specializzazione in Psichiatria. Si occupa di diagnosi e cura dello scompenso organico ed in qualità di medico, è l’unico che possa prescrivere farmaci. Il farmaco ristabilisce lo scompenso chimico, agendo direttamente nell’organismo. In questo modo si contengono i sintomi nel tempo. Come si diceva prima, uno psichiatra può anche essere psicoterapeuta se dopo la specializzazione in psichiatria si specializza in psicoterapia (questo è l’unico caso in cui uno psicoterapeuta, che è anche psichiatra, può prescrivere farmaci).